ESPAÑA: DEPRESIÓN Y SUICIDIO COMO CONSECUENCIA DEL LLAMADO "CIBERACOSO".

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España es uno de los países donde más ciberacoso sufren los menores, en especial los adolescentes de13 años. Según un informe de la Organización Mundial de la Salud (OMS), publicado en 2016, se han encontrado vínculos preocupantes entre cyberbullying y resultados negativos en la salud mental como la depresión, la autolesión y los instintos suicidas.

España se sitúa en séptima posición entre los países donde los niños de 13 años han recibido amenazas o insultos, por ejemplo a través de servicios de mensajería móvil como WhatsApp o de las redes sociales como Facebook o Twitter, almenos dos o tres veces al mes.

El mal rendimento académico, el comportamento violento, las dificultades con los compañeros, son otras de las consecuencias de esta nueva forma de acoso escolar a través de las redes sociales. En general, se habla de acoso escolar para indicar cualquier forma de maltrato psicológico, verbal o físico producido entre escolares de forma reiterada a lo largo de un tiempo determinado. Es una specie de tortura, metódica y sistemática, en la que el agresor somete a la víctima, a menudo con el silencio, la indiferencia o la complicidad de otros companeros. El sujeto maltratado  queda expuesto física y emocionalmente antre el sujeto maltratador, generándose como consecuencia una serie de secuelas psicológicas.

Por el ciberacoso las formas de persecución se concretizan en: insultos, maltrato físico, rumores que dañan la reputación, exclusión del grupo, fotos difundidas en las redes sociales. La pasividad permite que el acoso se perpetúe, así que es esencial denunciarlo. La OMS sostiene que la tendencia al acoso escolar se reduce con la edad. Entre los chicos y en las chicas decae a los 15 años. Suelen sufrir acoso con más frecuencia los niños que proceden de familias más pobres, en cambio no existe un vínculo claro entre acosadores y la situación económica de su familia.

  


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